La difficoltà nell’affrontare la realtà, un presente e una realtà in cui il tuo bambino è morto, è anche causata da tutte quelle perdite ulteriori che la morte del tuo bambino ha generato.
Sembra come se il tuo essere interiore si stia contorcendo nel dolore, che stia girando attorno, sottosopra trovando sempre più cose di cui è stato derubato insieme a tuo figlio. Stai vivendo anche una brutale perdita di innocenza e di fede. L’autrice Deborah Davis si riferisce ad essa come la perdita ‘della concezione di gravidanza felice’, ma anche la perdita di come consideravi la vita, la natura e l’universo. Questi concetti sono attaccati alla loro radice dall’ingiustizia, dal non trovare un significato e dalla propria impotenza. Forse come me, il dio in cui credevi non ti porta risposta, non ti fa sentire la sua presenza nel dolore insieme a te. Ho finito di credere, ho finito di aspettare una risposta, non voglio più riceverla, anche il pensiero mi irrita. Se scientificamente ci dev’essere qualcosa che abbia dato inizio a tutto, non penso sia vicino al mondo, potrebbe anche essere morto, non esistere più. Credo invece in me, nelle persone che mi supportano e nella presenza di Ida in una forma che non riesco a comprendere, ma che è vicina a me quasi palpabilmente. Tutto questo in cui credo mi ha fatta sopravvivere a questa tragedia, non dio. Molte cose che ritenevo importanti o piene di significato hanno perso la loro importanza e il loro senso adesso. Ti senti forse insensibile, irritata e qualche volta disgustata dall’inutile spazzatura che ti circonda e da tutte quelle persone che si sentono felici di circondarsene. Sei in lutto per la perdita della persona che eri prima, perché forse come me eri altruista, positiva, gentile e paziente. Perché forse adesso l’odio ti mangia dall’interno, l’invidia ti fa sentire miserabile e non puoi sopportare più persone superficiali, persone diverse, persone felici, persone ingenue, persone incinte, persone. Forse finisci come me a considerare te stesso e le persone che ami al centro del tuo universo, l’unico universo importante di cui te ne può fregare qualcosa. Perché il tuo bambino morto sarà un fantasma della tua prima figlia che ha portato con sé nella bara, I fantasmi dei tuoi sogni, dei tuoi desideri, tutte le storie che avreste letto insieme, tutti gli allenamenti che avreste condiviso, ei baci, e le ‘buonanotte’. Sei in lutto per la perdita del futuro, perché non sai cosa vuoi davvero ci sia nel tuo futuro adesso. È cambiato e non sai dove ti porterà e dove vuoi che ti porti. Non credi più nel pianificare. Il futuro mantiene la stretta con l’incertezza che può celare morte e tragedia dall’altro lato della stata, aspettando di farti soffrire o far soffrire chi ami. Ti aspetti la tragedia da un momento all’altro, la senti vicina ogni giorno e non saresti sorpresa se arrivasse. Sei in lutto per la perdita della tua identità di donna, di compagna, di studentessa/lavoratrice, di mamma. Non hai il controllo, sei una donna che non ha il controllo di quello che importa veramente nella vita, nessuno lo è, non sei più la donna che pensavi di essere. Non sei più la roccia della coppia, ma invece sei la più fragile che ha bisogno di essere salvata dalla morte. Hai paura di incontrare donne incinte e neonati, come puoi tornare a lavorare in un ospedale e sopportare altre donne nel parto prima di avere una esperienza di parto che non finisca nella morte? Ti sei sentita una mamma, sei ancora una mamma, ma volevi sentirti la mamma di una bambina sana e viva. Ti sei sentita una buona amica, che si prende cura e aiuta I suoi amici. Adesso non ti importa niente, non riesci a sopportare le loro lamentele per cose così stupide come un messaggio senza risposta. Non ti importa e li eviti. Chi sono adesso?
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Gloria. 1995.
Mamma.Invisibile di Ida, ITG alla 17esima settimana. Studentessa ostetrica a Dublino. Categorie
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Novembre 2019
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