Dopo aver insistito col nostro ginecologo sui test prenatali, finalmente ricevemmo parziali informazioni sulla translucenza nucale. L’idea iniziale era quella di fare un’indagine non invasiva tramite un prelievo di sangue alla 10 settimana che potesse rilevare le tracce di DNA fetale e analizzarle per diversi tipi di anomalie fetali. Certamente lui non ne sapeva niente, non sapeva se fosse disponibile qui in Sicilia e ci sconsigliò addirittura di fare ogni tipo di test del genere considerata la nostra giovane età, nonostante gli avessimo sottolineato quanto fosse importante per noi. Scoprimmo troppo tardi che era un obiettore di coscienza. Prenotammo la nostra ecografia col migliore ecografo di Messina e forse della Sicilia, Lillo Russo, che è diventato parte della nostra storia e della nostra vita, grazie alla sua immensa sensibilità, empatia e passione per i suoi pazienti e per il suo lavoro. La data della prenotazione era fissata per il 31 ottobre, Halloween e i successivi test per completare il bi-test erano fissati per il due novembre, il giorno dei morti, per cui ricevemmo molte battute e molti altri non esprimevano il loro pensiero per superstizione. Decisi questa volta di portare con me anche mia madre, per evitare di ripetere la stessa situazione della prima ecografia. Era felicissima e non vedeva l’ora, mentre io ero nervosa e le ricordai che questa non era solo una visita di piacere. Non so se questa agitazione era dovuta a Ida che mi voleva comunicare che c’era qualcosa di storto o forse al mio corpo che lo percepiva. Arrivammo e l’ecografo ci fece sentire a nostro agio, parlando in inglese con il mio ragazzo, mostrandogli interesse e includendolo nelle spiegazioni di cosa stessimo osservando. Il mio ragazzo sorrideva, tenendomi per mano per tutte le 2 ore dell’ecografia. Finalmente parlava orgoglioso di nostra figlia! E per quanto riguarda me, stavo finalmente allentando la tensione, godendomi la mia ecografia di riscatto, guardando il mio fagiolino cresciuto ormai in una bimba, che si muoveva e saltava come una molla, facendo perno con le sue gambette sulle pareti dell’utero. Ero finalmente felice e entusiasta di essere incinta del mio primo bambino. L’ecografia è cominciata identificanto alcuni marker positivi, l’osso nasale e una particolare arteria. Sospiro di sollievo. Era una bimba ed io ero così orgogliosa, così felice dell’idea di farla crescere in una saggia, coraggiosa e forte donna. Poi arrivarono le cattive notizie, velate dale dolci parole e frasi utilizzate dall’ecografo, che cercò di farci rilassare durante tutto il tempo e di recuperare tutte le necessarie informazioni prima di farci preoccupare. Proprio non capendo ci fosse un problema mia madre ci lasciò prima della fine, dovendo andare a lavoro. La translucenza nucale aveva un valore un po’ alto, ma ci rassicurò dicendo che spesso è un valore benigno che cambia anche a distanza di pochi giorni. Il secondo marker negative era un rigurgito alla tricuspide, ma anche questo poteva essere tutto e niente. Poi la ricerca di un miglior valore del suo dotto venoso, il collegamento di ossigeno dalla placenta al cuore e cervello. ‘Questo valore è un diavolo per noi ecografi! Lo odiamo tutti questo dotto minuscolo, così difficile da ascoltare e misurare essendo spesso soltanto pochi millimetri!’, ‘Si muove così tanto, guardala che caratterino che ha già, comanda lei! Continuiamo a vedere se riusciamo a prendere un valore migliore!’, ecografia esterna, interna, le ore passavano, il suo sguardo dolce, toccandomi lievemente la mano ‘Che Dio ti benedica, principessa.’ Il mio ragazzo non stava percependo il pericolo, era ancora positivo e sorridente, io stavo morendo dentro. Conoscevo bene quei gesti e segni di pericolo con cui l’ecografo ci cercava di rassicurare, le avevo viste utilizzare in ospedale. Le cattive notizie stavano arrivando. Aspettamo nella sala d’attesa per I risultati e poco dopo fummo chiamati in una stanza. ‘Venite, venite cari. Le cose non vanno bene. Mi dispiace di dovervi dire queste cose, ma avrete bisogno di tutta la verità per poter prendere una decisione per voi e il Vostro bambino. Vi consiglio vivamente di saltare il prossimo test non invasivo e fare direttamente una villocentesi urgente, se i risultati saranno negativi allora monitoreremo attentamente e spesso il cuore della bambina fino alla nascita.’ Spiegò tutto in inglese e guardò negli occhi sia me che il mio ragazzo per tutto il tempo. Ci spiegò tutti I markers trovati e ci mostrò il rischio aggiornato che avevano prodotto. Per trisomia 21 avevamo 1 possibilità su 4 di rischio, trisomia 16, 1:66, trisomia 18, 1:99. I risultati non mostravano un valore di rischio cardiopatie lievi o severe, che erano altre valide possibilità con I nostri valori. I risultati non potevano neanche mostrare un valore che rappresentasse le possibilità che la nostra bambina potesse essere 100% sana, che era un’altra possibilità da considerare nel nostro caso. Rispose alle nostre domande e ci lasciò andare a casa dandoci il suo numero se ne avessimo bisogno, rifiutandosi di farci pagare. L’ecografo ci ha fatto un immenso regalo, non soltanto facendo il suo lavoro con la migliore cura possibile, ma per essere andato oltre gli obblighi del suo lavoro, stando cuore a cuore con noi, prendendosi cura di noi emozionalmente e professionalmente come se fossimo figli suoi. Il mio ragazzo mi ha detto dopo di essersi sentito padre a partire da quella ecografia, che lo aveva reso responsabile per sua figlia. L’ecografo ci prenotò per la villocentesi e rimase in contatto quasi ogni giorno per sapere come stessimo e per mantenere viva in noi la speranza. I giorni fino alla villocentesi furono pieni di paure, lacrime, a letto, neanche cambiandomi dal mio pigiama, isolandomi dalla gente ed evitando amici insensibili che si lamentavano di quanto la loro vita fosse una merda per stupidaggini. Ma erano anche pieno di speranza, che non fossimo l’1:4, che avremmo avuto una bambina sana, che questa sarebbe stata uno dei tanti falsi positivi che risultano dalle translucenze nucali. Erano ancora i giorni in cui il mio ragazzo si addormentava con la mano sulla pancina, lasciava una runa della protezione sotto il mio letto, si prendeva cura di me e le diceva: ‘hey tu, ricordati che ti amo, lo sai? Farai meglio a stare bene e non farci preoccupare!’. Il giorno prima della villocentesi mi fecero un'altra ecografia, ma Ida non era sistemata in una buona posizione e il nuovo ginecologo non si volle preoccupare troppo e controllare meglio, quindi decise di tenere in considerazione i dati già presi. Era tutto inutile per lei, perché mi dovrei preoccupare dei rischi di una villocentesi? Se cominci i test li finisci! Se avessi voluto il meglio per mia figlia avrei dovuto fare il test. E tutti i marker che il mio ecografo aveva preso erano pure inutili per lei! Ero troppo giovane per queste cose, che senso aveva? Bah, trisomia 21 rischio 1:4? Neanche considerato. Ragioni per prenotazione villocentesi: sospetta trisomia 16 o 18. Queste furono le sue parole. Trisomia 21? Neanche per sogno.
1 Commento
Saffioti Marina
30/9/2020 11:46:24 am
Le storie come questa ,danno speranza a noi pazienti ,possiamo ancora credere nella professionalità e ancor più nella disponibilità di un medico che non a caso è reputato uno dei migliori ...grazie
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Gloria. 1995.
Mamma.Invisibile di Ida, ITG alla 17esima settimana. Studentessa ostetrica a Dublino. Categorie
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Novembre 2019
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