Io e il mio ragazzo stavamo pranzando, una settimana dopo la villocentesi. Era appena tornato dall’università e mi disse ‘Bene no? Se non ci sono novità sono già buone novità, giusto?’. Gli risposi di aspettare la prossima settimana prima di dirlo.
In fatti nessuna novità è una buona novità, perchè le cattive notizie arrivano velocemente. E una settimana fù per noi il nostro ‘velocemente’. Mia madre ricevette la chiamata di mattina, perchè avevo dato il suo contatto telefonico, non avendo ancora una sim italiana. Arrivò quando avevamo finito di mangiare, ero ancora in pigiama, come tutti i giorni dopo la villocentesi. ‘Ho ricevuto la chiamata da Catania tesoro.’ Cominciò a piangere. ‘Lei ha la sindrome di down.’ Il mio ragazzo non stava capendo. Poi non ci voleva credere. Non sembrava neanche triste, ma continuava a ripetere ‘Com’è possibile? Siamo troppo giovani, troppo sani, questo non è possibile.’ E poi ‘Forse sono le proteine che prendo per lo sport? O l’incidente col gokart che hai avuto quest’estate?’ Oh tesoro, tutto questo non era colpa nostra. E questo mi rese ancora più furiosa. Il mio viaggio nel lutto cominciò proprio in questo momento, perché sapevo cosa avremmo scelto già quando abbiamo iniziato i test. Questo non significa che non dubitai, o che non mi struggeva l’idea di voler tenere mia figlia a tutti I costi. Ma questi erano i suoi costi. Ricordandomi che portarla al mondo significasse farlo ai suoi costi, suo dolore fin dall’inizio della sua vita sulla terra, con operazioni a cuore aperto ecc, mi tenne salda e mi salvò dalla follia e dal pentirmi della nostra scelta. I miei sentimenti si alternavano fra il desiderio di morire, totale disperazione, odio, sentirmi derubata di me stessa, I miei sogni, mia figlia, il mio future e di tutte quelle cose che mi immaginavo fare con mia figlia. Non ho mai provato tanto odio nella mia vita e non pensavo di poter essere mai così piena di questo sentimento. Il mio corpo vibrava e si spezzava dentro sotto il peso di questa furia incandescente. Non poteva essere che tutto questo stesse succedendo a noi. Odiavo tutti per essere inutile, odiavo tutti quelli felici perchè la sola nostra felcità ci era stata negata nella parte più delicata del mio essere, odiavo tutte le mamme, quelle felici, quelle tristi, quelle che chiedevano soldi per strada ma sempre con bambini sani che riempivano di continuo i loro uteri, quelle che fumano, quelle drogate che comunque avevano bambini sani. Odiavo tutti quelli che mi volevano fuori dal letto. Non odiavo dio perchè non ho sentito niente. Niente mi ha risposta con una parola, un pensiero, un segno di conforto da dio. Ho preferito così alla fine, perché se dio esistesse sarebbe chi odierei di più al mondo. Avevamo l’appuntamento col ginecologo alla fine della stessa settimana. Entrammo nella stanza, io e mia madre. ‘Mi dispiace. Hai un report complete della villocentesi?’ glie lo desi. ‘Ah, trisomia 21 random e completa. Beh, al meno non è stato per qualcosa di genetico da parte tua o del tuo ragazzo. Sai qualcosa su come procederemo? Ti indurranno con delle candelette..’ e io 'prostaglandine?' lui ‘si, prostaglandine...e le contrazioni cominceranno e tutto il prodotto della gravidanza sarà espulso.’ Si, lo sapevo.'Ma io non eseguirò la procedura perchè sono un obiettore di coscienza. Ho già passato il vostro caso a un altro ginecologo, l’unico non obiettore dell’ospedale’. In Italia 7 ginecologi su 10 sono obiettori di coscienza. Le ragioni per la loro scelta, scoprimmo presto, sono spesso di convenienza piuttosto che etiche. Il nostro ginecologo aveva avuto l’opportunità di darci questa informazione alla prima ecografia, dopo che abbiamo sottolineato quanto fosse importante per noi eseguire dei test prenatali per fare una scelta informata. Non lo fece invece, si prese i suoi puliti 80 euro per la visita, mantenne il silenzio e passò il nostro caso a uno sconosciuto nel momento più difficile della nostra vita. Questo è il trattamento di un ginecologo in italia. Continuò dicendo che avrei dovuto incontrare sabato mattina una psicologa dell’ospedale perchè l’aborto terapeutico a 16+5 settimane è concesso solo per rischio fisico o mentale per la donna. Cominciai a fargli delle domande specifiche su cui avevo fatto una ricerca. Volevo testarlo. Rimase vago, chiaramente non aggiornato con la ricerca e rispondendomi come se non potessi capire o non dovessi osare chiedere. ‘Quali sono I rischi della procedura per la mia salute e quella delle mie future gravidanze?’ Rispose ‘Niente, facciamo tutto noi, tu non ti devi preoccupare di niente.’ E io ‘Per qualsiasi procedura medica c’è un rischio, sto chiedendo informazioni lecite per dare il mio consenso.’ Molto arrabbiato mi rispose ‘NO, ho detto che non c’è niente di cui preoccuparsi, ci potrebbe essere un rischio, ma così lieve, 1%, perchè devi essere così negative?!’ Scioccata risposi 'Io sono lo 0.0006% con mia figlia, LEI non mi hai quasi fatta procedure con I test prenatali. L’1% è niente per LEI ma è qualcosa per me. Ho cercato i rischi associati e ho trovato…’ Cominciai a fare una lista dei rischi associati all’induzione e raschiamento per placenta. Continuò a parlare a vanvera. Quindi decisi di fermarmi e cambiare domanda. 'Voglio chiarire il fatto di voler passare quanto tempo desidererò con mia figlia, tenerla in braccio ed avere il mio ragazzo con me per tutto il tempo.’ E lui ‘perchè vorresti fare una cosa del genere? Non è una cosa carina da vedere! Sconsigliamo sempre di vederlo, ma fai quello che vuoi.’ Ero completamente scioccata e piangevo, disgustata che questo schifo di uomo potesse definirsi obiettore e usare certi termini. Mia madre rispose per me dicendo che ‘carino’ è molto relativo ed un figlio per una madre lo è sempre. Mi disse che il mio ragazzo non poteva stare con me perché nel reparto postnatale dove sarei stata c’erano altre donne che non vogliono la presenza di un uomo in giro. Certo. Avevo così tante altre domande nella mia lista, ma era tutto così inutile a quel punto. Ci salutammo e ce ne andammo, sperando di non vederlo mai più.
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Gloria. 1995.
Mamma.Invisibile di Ida, ITG alla 17esima settimana. Studentessa ostetrica a Dublino. Categorie
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Novembre 2019
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