Ultimamente, viaggiando avanti e indietro tra tutti I ricordi della gravidanza, travaglio e nascita di Ida, ho indugiato tra alcuni frammenti di ricordi che non riuscivo a mescolare con gli altri. Il ricordo di un gruppo di ginecologi che avevano appena iniziato il turno di notte e stavano ricevendo il mio caso e un ricordo di una particolare esaminazione vaginale. Entrambi I ricordi li ho raggruppati sotto il nome di violenza Ostetrica, uno in particolare è anche categorizzato come mancato consenso. Spesso oggetto di studio durante il mio corso in ostetricia, ho finalmente capito sulla mia pelle l’impatto a lungo termine che la violenza Ostetrica può avere sui pazienti. Nonostante avessi il vantaggio di capire le procedure a cui mi stavano sottoponendo, quei due ricordi intrusivi continuano a tormentarmi e ritornarmi in mente, facendomi sentire fisicamente male. Il gruppo di medici che entra in gruppo, aprendo la porta con forza senza bussare, parlando tra di loro difronte al mio letto riguardo al mio caso, senza salutarmi, senza parlarmi, mentre tremavo con la febbre alta e disidratata dopo le 18 ore di travaglio e diarrea. Finalmente si rivolsero a me per dirmi che proveranno a fare l’ultima prostaglandina per la giornata e poi avremmo dovuto solo aspettare. Gli riferii di avere febbre alta e di sentirmi disidratata, forse dovevo bere qualcosa? Può controllarmi qualcuno la temperatura? (ero a digiuno dal pranzo e nessuno aveva controllato pressione o temperatura dalla mattina). Aggiunsi che la cosa che mi stava distruggendo dal punto di vista di forze e idratazione era la diarrea. Due dottori sghignazzarono, coprendosi le loro facce e sussurrandosi qualcosa tra di loro. Mi stavano prendendo in giro. Avevo osato dire ‘diarrea’, non avevo usato ‘dissenteria’. Mi sarei dovuta vergognare, se volevo parlare con loro dovevo utilizzare il loro vocabolario. ‘Ah, la febbre non è una controindicazione delle prostaglandine, bene, la controlleremo allora. E continua a digiunare, in caso di necessità.’ ‘Non è un problema quì la disidratazione per le donne in travaglio?’ ero scioccata. 'No no, continua a digiunare da cibo e acqua. In caso ti faremo una flebo di liquidi. Dimmi quando ne hai bisogno.’ Io dovevo dirgli quando ne avevo bisogno. Fantastico. Ospedale fai da te. Se ne andarono, lasciando la porta aperta. Mi fecero sentire sporca, incapace come una bambina senza diritto di parlare, di essere informata e quindi ancora meno di scegliere per se stessa. -- I due dottori che sghignazzarono di me entrarono nella stanza nella stessa maniera. Arrivarono dopo 1 ora che mi si ruppero le acque. Non parlarono, non chiesero, erano incazzati per mia madre che li aveva svegliati alle 5 per dirgli che mi si erano rotte le acque! L’uomo controllò il mio panno e senza chiedermi il consenso inserì violentemente le dita nella mia vagina. Pressò e pressò sulla mia cervice, non curandosi di me che gridavo di dolore e gli chiedevo di smettere. Spinsi via la sua mano e mi sgridò dicendo ‘avanti, lo devo controllare!’. Poco dopo, tolse le dita, rimosse il guanto e se ne andò. Porta spalancata. Non una parola. Non seppi cosa doveva osservare, cosa aveva osservato. Non ero degna di un saluto. Nè di una porta chiusa. Non avevo dato il mio consenso, anzi gli avevo gridato di fermarsi. Mi sentii stuprata. Il dolore fisico aumentò da quando lui mi esaminò, così forte che vomitai acidi gastrici. Volevo morire. -- Sto pensando al pedofilo che mi seguì sul tram quando avevo 10 anni, che insistentemente mi palpava e poi riuscì a scappare. Se l’avessero beccato gli avrebbero rotto il culo. Sto pensando al dottore che ha usato il suo potere e spinse violento le sue dita dentro di me, incazzato. Succede ogni giorno, lo farà ogni giorno. Così tanti dottori, infermiere, ostetriche lo fanno ogni giorno. E non importa. Sto pensando a me e ai miei ricordi. Alle donne e ai loro ricordi. La violenza si incide nel nostro cervello, a volte in posti dove non dovrebbe mai esserci.
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Gloria. 1995.
Mamma.Invisibile di Ida, ITG alla 17esima settimana. Studentessa ostetrica a Dublino. Categorie
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Novembre 2019
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