...Che basi ti ha dato per dubitare di tutto quello in cui credevi?-C.S. Lewis 'A grief Observed'
'Non saprai mai quanto credi veramente in qualcosa fino a quando la sua verità o falsità non diventeranno una questione di vita o di morte per te.' La realtà e morte di Ida mi hanno colpita nella parte più intima di me, da tante diverse angolazioni. Credevo di essere più o meno in controllo della mia vita. Credevo ci fosse una piccola parte di meritocrazia che tenesse in piedi i fili e gli eventi della vita. Ma allo stesso tempo sapevo che le a chiunque potessero capitare delle cose brutte nella vita indipendentemente da chi fossi e cose facessi. Lo sapevo, ma forse non ci credevo veramente. La verità è che mi ero costruita un castello di sabbia fatto di sicurezza e controllo, dove le preoccupazioni e il dolore degli altri esistevano, ma in una realtà così distante dalla mia che mi faceva pensare a loro come innocue, accettabili e non abbastanza vere per scuotere o distruggere il mio castello di sabbia. Potrei ancora credere che la vita risarcirà presto quella gente con un dono speciale che si meritano dopo il dolore e le preoccupazioni vissute. Lo so che queste cose e anche peggio capitano ogni giorno. [...] Se veramente me ne fosse importato, come credevo di fare, del dolore del mondo, non mi sarei sentito così sopraffatto quando il mio dolore è arrivato. La mia fede non è mai stata veramente forte e palpabile, non ho mai sentito la presenza di dio così vividamente da basare la mia fede su uno speciale incontro con lui. Ma credevo lo stesso e pregavo, parlavo a dio, sperando in questo incontro che ti cambia la vita. Poi è successo tutto questo e credevo che la fede mi avrebbe portato conforto, come è stato per mia madre è mia sorella. Non pregavo chiedendo a dio di salvarci o guarire o sistemare la nostra situazione, pregavo perchè mi potesse fare sentire qualcosa, la presenza di qualcosa che mi suggerisse che il creatore, quello che avrebbe dovuto creare un destino che non approvavo e non capivo, era ancora vicino a me nel dolore, fino al giorno in cui avrei finalmente capito. Il silenzio invece, il vuoto e la solitudine della non risposta e non presenza mi parlarono molto forte. '...Ma vai a Lui quando il tuo bisogno è disperato, quando tutti gli aiuti sono vani e cosa trovi? Una porta sbattuta sulla tua facia, e il suono della chiave che chiude a doppia mandata da dentro. Dopo di ciò, il silenzio. Puoi anche andartene. Più aspetti, più il silenzio diventerà empatico.' Il problema dell’universo mi è piombato addosso e addosso al mio castello di sabbia, sotto forma di onda oceanica di cui ne sto ancora sputando l’acqua dai polmoni. Guardandomi intorno c’è una realtà più vasta che mi circonda e che non mi piace. Non mi piace essere cosciente della verità però lo sono e non posso farci niente perchè non posso rifugiarmi da nessuna parte! Mi sento parte di questo grande e immenso mondo pieno di merda e di animali. Mi sento parte di questa merda e animali e so che posso soltanto seguire i miei interessi e quelli dei miei cari. Mi sento vicina alla morte e quasi mi piace. Ho perso tutto il controllo sulla mia vita perchè ho anche capito che non ha alcun senso averne. Mi sento così infastidita da tutte le persone che vivono ancora nei loro castelli di sabbia e non mi interessa più di loro, siano loro persone buone o persone cattive. La realtà è il bene e male casuale che capita agli animali a caso che siamo. Dove stiamo andando? Perchè facciamo quello che facciamo? Per chi?
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Gloria. 1995.
Mamma.Invisibile di Ida, ITG alla 17esima settimana. Studentessa ostetrica a Dublino. Categorie
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Novembre 2019
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